Appunti in Viaggio

Argentario: dal mare al Giardino dei Tarocchi

Vivere a Roma ha tanti bei risvolti positivi. Uno di questi è che in massimo un paio di ore di macchina si possono visitare luoghi incantevoli. La Regione infatti ci permette di visitare da un lato le zone costiere, spingendoci fino alla Toscana e dall’altra le montagne delle Regioni più interne come l’Abruzzo. Oggi, spinti dalla curiosità di vedere un posto nuovo e di cui tanto ci avevano parlato per le sue bellezze paesaggistiche, abbiamo deciso di visitare l’Argentario, zona meravigliosa della Toscana. Mentre la mattina l’abbiamo dedicata alla scoperta di Porto S. Stefano e porto Ercole, il pomeriggio ci siamo divertiti tra le bellissime sculture del Giardino dei Tarocchi. Quindi partenza all’alba e via… seguitemi in questo mini viaggetto sorprendente!

 

Porto S. Stefano e Porto Ercole

Siamo arrivati a Porto S. Stefano abbastanza presto, complice la voglia di vedere in questa bellissima giornata più cose possibili. Dal punto di vista naturalistico, tutta l’area è davvero favolosa. Prima di raggiungere Porto S. Stefano, si attraversa un lungo ponte sull’acqua, caratterizzato dal fatto che da un lato c’è la laguna e dall’altro il mare. E’ frequente vedere nella laguna i bellissimi fenicotteri e uccelli vari che la abitano. Seguendo la strada si giunge al porticciolo di Porto S. Stefano.

Porticciolo di Porto S. Stefano

Ci siamo fermati un attimo al fornitissimo info point dove con tanta gentilezza c’è stata fornita una mappa della città e tutte le informazioni di cui avevamo bisogno. Il consiglio che ci è stato dato è quello di visitare la Fortezza Spagnola, da cui si gode di uno splendido panorama, e poi di seguire la strada Panoramica per fermarsi ad ammirare il paesaggio e le varie baie. L’unica cosa di cui mi pento e non aver portato dei costumi per un eventuale bagno…e vi assicuro che la voglia vi viene quando ammirate i colori cristallini di quella splendida acqua. Era partita come una gita per visitare il posto, ma abbiamo deciso di tornarci magari a settembre per un week end di solo mare e relax. Per quanto riguarda la visita alla Fortezza Spagnola, noi siamo stati fortunati a trovare un parcheggio. Purtroppo, da quello che ho notato, è che un pò in tutta l’isola i parcheggi scarseggiano e quei pochi che ci sono vanno via subito. L’ingresso alla Fortezza Spagnola ha un costo davvero irrisorio. L’ingresso con una lunga scalinata che sale verso l’alto già di per sé è molto suggestivo e lascia immaginare il suo interno. All’interno dell’edificio vi è un Museo. Nelle varie sale ci sono esposti ritrovamenti archeologici rinvenuti nel mare circostante tra cui anfore e dolia, tipici contenitori utilizzati dalle imbarcazioni per trasportare derrate alimentari.

Ritrovamenti archeologici

Un video spiega un poco tutta la storia di Porto Santo Stefano. Il complesso fu edificato dagli Spagnoli tra il XVI e XVII secolo, come struttura difensiva per respingere attacchi provenienti dal mare. Nel XIX secolo, i francesi potenziarono la struttura difensiva per resistere ad eventuali assalti di navi britanniche durante il periodo di Napoleone. Successivamente tutto il territorio entrò a far parte del granducato di Toscana. La Fortezza divenne inoltre un presidio strategico durante la prima guerra mondiale, mentre dopo la seconda guerra mondiale furono aggiunti i due corpi di fabbrica sulla terrazza più elevata per ospitare temporaneamente gli uffici comunali in seguito a pesanti bombardamenti. L’edificio dal 1997 è adibito a complesso museale ed ospita anche mostre permanenti molto interessanti, come quella dei “Maestri d’ascia”, grandi costruttori di imbarcazioni. E’ possibile visitare sia la prima terrazza che quella superiore, alla quale si accede da due ripidi passaggi. Il panorama che ci troviamo davanti è unico. La vista spazia su tutto il porto e ben ci fa capire la meraviglia del posto.

Vista dalla Fortezza Spagnola

A questo punto, decidiamo di percorrere la Strada Panoramica in auto e fermarci a scattare delle foto laddove qualcosa attirasse la nostra attenzione. L’isola, tra virgolette perché è collegata alla terraferma, è formata da varie baie ricche di verde che degradano verso le scogliere e le spiaggette.

Cala Grande, Porto S. Stefano

Raggiungere le spiagge richiede una bella camminata, dato che rispetto alla strada sono parecchio lontane, ma ne vale la pena e sarà oggetto di un prossimo ritorno qui a Porto S. Stefano.

Sulla strada del ritorno, decidiamo di recarci al Convento dei Frati Passionisti, in posizione dominante per vedere bene la striscia di terra che separa la laguna dal mare.

Vista dal Convento dei Frati Passionisti

Il posto è un luogo tranquillo, lontano dal caos e immerso nel verde. La chiesa è piccola e accogliente ed i frati vendono qui il proprio liquore. Dopo questo assaggio di pace e serenità ci siamo diretti a Porto Ercole. Il piccolo borgo col suo porticciolo è delizioso…ed anche qui che problema parcheggiare l’auto! Abbiamo visitato solo esternamente la Rocca Aldobrandesca. Purtroppo non lo sapevamo ma la Rocca su prenotazione apre le porte ai visitatori.

Vista dalla Rocca Aldobrandesca

Qui è possibile ammirare anche un bellissimo faro. Non abbiamo avuto il tempo, ma a Porto Ercole è possibile visitare anche il Forte Filippo e il Forte Stella…sicuramente tappe obbligate nel nostro prossimo ritorno qui.

 

Il giardino dei Tarocchi: tra fiaba e realtà

A Capalbio esiste un giardino davvero sorprendente: qui tutto è grande, magico e colorato…tutto luccica, si muove e riflette la luce. Questo bellissimo parco apre il pomeriggio dalle ore 14 fino alle ore 19:30. Tutte le informazioni potete reperirle sul sito ufficiale del Giardino https://www.giardinodeitarocchi.it/. Non è di certo un’attrazione economica ed infatti eravamo molto perplessi anche noi, ma cambierete idea. Il parco richiede una grandissima manutenzione e quindi ben venga che si preservi. All’ingresso vi forniscono una piccola mappa che vi aiuta nell’individuazione delle varie sculture. Le sculture, ispirate alle figure dei tarocchi, sono state realizzate dall’artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle. L’artista fu sicuramente ispirata al Parque Guell di Antoni Gaudí a Barcellona ed al parco dei mostri di Bomarzo. La costruzione del Giardino dei Tarocchi è iniziata nel 1979 ed ha visto la nascita di ventidue sculture in acciaio e cemento ricoperte di vetri, specchi e ceramiche colorate.

L’Imperatore

Quasi vent’anni ci sono voluti per ultimare i lavori che sono costati quasi dieci miliardi delle vecchie lire, interamente autofinanziati dall’autrice. Il parco ha aperto al pubblico nel 1998 ed ogni giorno accoglie centinaia di turisti.
Superato l’ingresso principale, una strada sterrata conduce a una grossa piazza dove sorgono le sculture della Papessa e del Mago, i primi arcani maggiori dei Tarocchi che segnano l’inizio del percorso. Al centro vi è una grossa vasca in cui confluisce l’acqua che, attraverso scalini, sgorga dalla bocca della Papessa, chiara rievocazione dell’Orco di Bomarzo.

La Papessa

Dalla piazza si diramano le varie strade che portano alla scoperta delle altre sculture. Tutto è colorato e pieno di lustrini…tutto lascia largo spazio all’immaginazione. Molto carina la casa dove pare la scultrice abbia vissuto durante il periodo dei lavori: in un ambiente pieno di vetri colorati, troviamo un bellissimo tavolo con sedie, la cucina, il bagno e una camera soppalcata. La casa è stata realizzata all’interno della scultura dell’Imperatrice, una grossa sfinge.

La Sfinge, casa della scultrice

Simpatico anche l’igloo che rappresenta “la Temperanza”, dove tra centinaia di specchietti colorati, la tua immagine si ripete innumerevoli volte. Qui dentro ci siamo divertiti tantissimo.

Mamma ci sono tante me

Quello che affascina è che questo percorso è anche un percorso spirituale…la scultrice lascia i suoi pensieri e le sue riflessioni incise all’interno del parco. Vi consiglio davvero di visitare questo posto fantastico, tra sogno e realtà…lascia a bocca aperta grandi e piccini!

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