Appunti in Viaggio

Trentino tra escursioni e relax: Levico Terme e dintorni

Venendo da un periodo abbastanza stressante, quest’anno abbiamo deciso di regalarci quindici giorni di vacanze. L’anno scorso siamo stati in Alto Adige e ce ne siamo innamorati. Stavolta le nostre vacanze abbiamo deciso di trascorrerle in Trentino, tanto diverso dall’Alto Adige, ma comunque bellissimo e ricco di escursioni da intraprendere. La nostra prima settimana l’abbiamo trascorsa in un appartamento a Levico Terme, in Valsugana, e da lì, giorno dopo giorno, ci siamo spostati alla scoperta del territorio. Abbiamo in realtà soggiornato a Vetriolo, a 1500 metri s.l.m. e non mi sembrava vero dormire durante la notte con due coperte di lana addosso. Posizione splendida e panoramica, ma se non siete abituati a girare in auto la sconsiglio…merita comunque una visita per il suo belvedere. Una curiosità: se siete appassionati da qui ci si lancia col parapendio!

Vetriolo, panorama

Il lago di Levico, passeggiata sul sentiero dei pescatori

Il viaggio è stato stancante, siamo partiti alle 4 del mattino ed il traffico, a qualsiasi ora partiamo, lo becchiamo sempre. Arrivati in appartamento, avevamo solo voglia di rilassarci e così abbiamo pensato di passare qualche ora al lago di Levico. Devo dire che il posto è molto carino, solo che non avevamo considerato che è sabato, quindi c’era davvero tanta gente. Ci si può rilassare stesi su ampi prati verdi, a due passi dalle rive del lago. Ci sono giochi per bambini e bar dove mangiare un gelato o prendere qualcosa di fresco. La spiaggia è davvero ben attrezzata!

Lago di Levico

Dopo un poco di relax, abbiamo deciso di percorrere il sentiero dei pescatori, facendo il percorso ad est che dura un’oretta. Durante il percorso la cartellonistica invita a fare degli esercizi ginnici per tenersi in allenamento. Il sentiero è piacevole ed ombreggiato, pianeggiante ed adatto a tutti. Liane appese ad alberi, durante il tragitto, permettono di divertirsi a fare tuffi nel lago…e così passiamo il nostro pomeriggio rilassante. La nostra prima giornata termina qui, abbiamo solo bisogno di una gran bella dormita!

E se salissimo fino a Piz di Levico?

La nostra seconda giornata, visto anche il sole che brilla alto nel cielo, decidiamo di trascorrerla con un’escursione di una certa difficoltà, considerando che con noi c’è Giada. A dire il vero questa è una scusa bella e buona…lei è instancabile, i rottami siamo noi! La salita a Piz di Levico, sulla cima Vezzena, a 1908m s.l.m., richiederebbe tre ore totali tra andata e ritorno. In realtà noi tra pause varie, qualche foto scattata qua e là e la stanchezza che si faceva sentire, tre ore le abbiamo impiegate solo per arrivare in cima. Il caldo certo non aiuta in un’escursione di questo tipo, quindi è bene armarsi di cappellino e acqua a sufficienza e consiglio di arrivare presto al punto di partenza. Si parcheggia l’auto di fronte al Ristorante “Al Verle” e si prende la stradina che costeggia proprio il ristorante (sentiero 205) e che attraversa ampi prati verdi.

Il sentiero tra i Campi per Piz di Levico

Si segue la strada fino al “Forte Verle”, non visitabile internamente ma luogo pieno di storia che vale la pena vedere anche solo esternamente, una delle fortezze astro-ungariche presenti sul territorio.

Il Forte Verle

A questo punto si può seguire una strada più corta e ripida che taglia all’interno dei boschi oppure una più lunga che prevede un tratto asfaltato e poi un tratto con pendenza. Noi abbiamo preferito scegliere questa seconda possibilità. Per fortuna gli alberi aiutano nella salita parandoci dal sole.

Percorso nel bosco

Il percorso conduce ad una splendida terrazza panoramica, un vero balcone a strapiombo sulla vallata. Da qui la vista sui due laghi di Levico e Caldonazzo e sulle Dolomiti di Brenta è da togliere il fiato. La tanta fatica lascia posto alla soddisfazione di avercela fatta e alla meraviglia di così tanta bellezza.

La terrazza sulla vallata
Laghi vista da Piz di Levico
La vista sui laghi e sulle Dolomiti del Brenta
Il panorama sui laghi prima di arrivare al Forte Vezzena

A destinazione si trova un altro forte, il “Forte Vezzena”. Continuando a salire non ci rendiamo neanche conto di non essere su uno sperone roccioso, ma sulle rovine dell’antico forte. La pietra dell’edificio somiglia tanto ad un costone roccioso. In cima troviamo la grande croce, importante per noi perché significa “ce l’abbiamo fatta!”.

La croce sul Forte Verle

Al ritorno ci siamo fermati a giocare con le mucche che pascolavano libere. Giada sembra essere a suo agio nei panni di pastorella.

Le dolcissime mucche

Il lago di Lavarone e il parco giochi Palù: divertirsi in Trentino

Il nostro pomeriggio decidiamo di dedicarlo a qualcosa di piacevole e rilassante, siamo troppo stanchi anche per pensare eheh…Ci rechiamo al “Lago di Lavarone”, piccolo lago davvero molto carino e con parcheggio antistante. Qui c’è sia la spiaggia pubblica che due stabilimenti balneari ben attrezzati. In mezz’ora si può fare il giro del lago, una passeggiata piacevole E’ un lago balneabile che si trova a circa 1000m s.l.m. e c’è anche la possibilità di noleggiare canoe o pedalò.

Lago di Lavarone
Il Lago di Lavarone

Non si può venire qui e non affacciarsi al “Parco Palù”, ad un paio di km dal lago. Questo è un parco giochi fantastico, pieno di giochi stimolanti. Prati, panchine, uno stagno…il parco giochi più bello visto in Trentino…mia figlia ancora ci pensa!

Parco Palù
Parco Palù, il più bello visto in Trentino

E’ presente anche un gioco interamente in legno…un percorso in larice di 50 metri pieno di ostacoli da far compiere a una pallina. Ci abbiamo messo un po’ a capire dove comprare la pallina. Al costo di 2 euro si può acquistare al distributore vicino al parco. Giochi come questo li troveremo anche altrove in Trentino…Giada ovviamente li ha fatti tutti, con la sua pallina di legno sempre dietro eheh! A volte penso che ci vorrebbe così poco per creare un bel parco giochi a misura di bambino! La giornata volge al termine, è ora di rientrare e progettare già la prossima escursione.

Arte Sella, in Trentino la natura diventa arte

Ecco, questo è uno di quei posti che mi ha colpito davvero tanto. Vari e bravissimi artisti hanno creato delle splendide installazioni all’interno del parco, il tutto con materiali totalmente naturali. Questo posto l’ho scoperto grazie a Silvia Conotter, giornalista che promuove le bellezze del Trentino Alto Adige e blogger del “Trentino delle meraviglie” e del “Trentino dei bambini“, due utilissimi portali ricchi di notizie ed escursioni da scoprire e da fare. Vi invito a seguirla su Instagram, io grazie a lei ho scoperto un mondo!

Tornando ad Arte Sella, ogni anno si arricchisce di nuove opere che sostituiscono altre, quindi si rinnova sempre per la gioia e la fantasia dei bambini. Con lo stesso biglietto è possibile visitare sia Malga Costa, dove troviamo un gruppo più nutrito di opere, che il giardino di Villa Strobele. Noi abbiamo deciso di iniziare la nostra visita da Villa Strobele ed abbiamo parcheggiato gratuitamente proprio lì vicino. Tutte le info su Arte Sella potrete reperirle qui.

E’ qui che nel 1986 i primi artisti hanno iniziato a dare vita alla propria arte condividendola con la Val di Sella. Anche l’edificio all’interno dei giardini è esso stesso un’opera d’arte.

Villa Strobele
Villa Strobele

I giardini raccolgono una piccola parte di opere, un museo a cielo aperto che continua ed ha il suo culmine, con una più ampia selezione di opere, a Malga Costa.

Una delle opere di Villa Strobele

Noi l’abbiamo raggiunta a piedi (un’ora di cammino) attraverso il Sentiero Montura.

La Malga Costa si può raggiungere eventualmente anche in auto parcheggiando circa 500 metri prima. L’opera più conosciuta di Malga Costa è sicuramente la Cattedrale Vegetale, ma ovunque ci si giri ci sono opere curiose sulle quali fantasticare, vi metto solo qualche foto per non rovinarvi la sorprese.

L’opera “Attraversare l’anima”, dalla vita all’eternità

Molto carina per i bambini anche la Navicella dove si entra all’interno e si sogna di volare nello spazio.

L’opera senza titolo da noi battezzata “La navicella spaziale”

Ancora vediamo come la natura ci può sorprendere creando forme straordinarie. In questo caso vari pezzi sono stati assemblati assieme, ma non avete mai visto un bell’intreccio di rami?

L’opera “Radice comune”, la natura ci può sorprendere

Il percorso dura un’oretta ed è davvero piacevole e divertente per grandi e piccoli. E per finire, se si cerca un posticino dove pranzare, qui a Malga Costa c’è il ristorante “Dall’Ersilia”, molto carino e intimo oppure una piccola area pic-nic.

Un tuffo al Lago di Caldonazzo, il lago più grande del Trentino

Oggi è una giornata molto calda, cambiando tutti i programmi che avevamo fatto decidiamo di andare al Lago di Caldonazzo per un tuffo rinfrescante. Il Lago di Caldonazzo è il più grande del Trentino ed è caratterizzato da acqua limpida, non a caso è bandiera blu, ma soprattutto le sue acque non sono molto fredde: è uno dei laghi più caldi d’Europa. Abbiamo raggiunto Calceranica al Lago, borgo molto carino attraversato dal fiume. I parcheggi vicino al fiume sono gratuiti e, con una breve passeggiata, si raggiunge la spiaggia pubblica del lago. E qui Giada ha fatto amicizia e noi ci siamo rilassati davvero tantissimo! Mi raccomando scarpette da scoglio al lago, i piedi ringrazieranno! Al lago oltre al relax si possono praticare vari sport: canoa, sci nautico, vela, windsurf. E c’è anche una spiaggia dedicata agli amici a 4 zampe! Insomma, questo posto vi piacerà davvero tantissimo!

Lago di Caldonazzo
Lago di Caldonazzo

Il canyon del Rio Sass: discesa avventurosa nelle gole

Oggi abbiamo deciso di allontanarci un po’ da Levico alla volta del Rio Sass, in località Fondo. Un’oretta e qualcosa di auto per noi che siamo abituati a macinare km non sono nulla. Vale la pena fare questa meravigliosa e avventurosa escursione…vi assicuro che ne rimarrete affascinati! Per prima cosa vi darò un piccolo consiglio. Parcheggiate dietro la scuola, lì non si paga e potrete stare tutto il tempo che volete, diversamente dalla piazza antistante la scuola, dove vige il disco orario per 2 ore. Le escursioni al Canyon del Rio Sass sono gestite dalla Cooperativa Smeraldo che si trova in Piazza San Giovanni. Trovandovi in piazza date anche uno sguardo al bellissimo orologio alimentato dall’acqua, opera di grande ingegneria.

La visita si effettua con una guida specializzata e va tassativamente prenotata. Qui trovate tutte le info. Noi abbiamo avuto la fortuna di essere accompagnati da un ragazzo molto in gamba, ma soprattutto simpatico e ironico, che ha reso queste 2 ore passate assieme molto spensierate. Per fortuna il nostro era un gruppo piccolo, dunque la visita è stata più piacevole. Muniti di caschetto fornito dal personale, inizia la discesa nel Canyon, fatta di scalette e passerelle, accompagnati dal rumore dell’acqua che scorre.

Canyon del Rio Sass
Le passerelle da percorrere nel canyon
La potenza dell’acqua

Due ore e una moltitudine di gradini ammirando le rocce e la vegetazione, in particolare un’alga rossa che colora le rocce…quasi da film horror!

L’alga rossa

Si arriva ad un primo cancelletto, poi si continua il percorso per un tratto visitabile dal 2009. In questo tratto si vede bene l’enorme diga di sbarramento realizzata con tronchi di legno a fine 1700 e i “bagni di Fondo”, luogo dove anche la principessa Sissi era solita bagnarsi.

L’antica diga

E’ stata una visita molto divertente e meno stancante di quanto pensassimo. Ovviamente sono necessarie scarpette da trekking. Il posto è molto umido quindi abbiamo evitato di portare i k-way su consiglio della guida, fa comunque caldo lì sotto. E allora che aspetti? Prenota e buona avventura!

Passeggiata al Burrone e Lago Smeraldo

Dopo la nostra escursione al Canyon del Rio Sass, abbiamo deciso di fare una passeggiata nel fondo del Burrone scavato dal fiume Rio Sass. Il sentiero si trova proprio vicino all’ufficio dove abbiamo posato i caschetti per l’escursione. E’ una passeggiata di circa mezz’ora molto piacevole ed adatta a tutti, lungo le rive del fiume. Ci sono anche panchine dove rilassarsi e fare uno spuntino. Per i bambini è davvero carino vedere lungo il percorso un antico mulino non più in funzione, ma comunque molto affascinante.

Antico Mulino

Quasi alla fine del percorso, tramite gradini e passerelle, si entra all’interno delle gole, molto suggestivo da vivere.

Burrone di Fondo
L’ingresso alle gole

Alla fine del sentiero ecco la cascata artificiale davanti ai nostri occhi!

La cascata del lago Smeraldo

Una breve scalinata conduce al bellissimo Lago Smeraldo, piccolo lago pieno di pace e tranquillità. Qui la sosta è d’obbligo per godere del meritato relax. Noi non ci siamo stati perché i nostri orari non coincidevano con quelli del Museo, ma vi segnalo la visita al Museo dell’acqua di Fondo, che pare essere molto carino per i bambini. Verificate qui gli orari di apertura.

Lago Smeraldo
Lago Smeraldo

Alla scoperta di San Romedio attraverso il sentiero nella roccia

Il nostro pomeriggio, su consiglio anche della guida che ci ha accompagnati al Canyon, lo abbiamo dedicato allo stupefacente sentiero nella roccia per raggiungere il Santuario di San Romedio. Il percorso è molto suggestivo, mai avevamo fatto qualcosa di simile…e sapete bene quanto amo quel pizzico di novità e brivido! Si parcheggia l’auto di fronte al Museo Retico, in località Senzeno. Da lì si prende il percorso alla destra del parcheggio, che costeggia i tanti alberi di melo, altra cosa carina da vedere per grandi e piccoli. Siamo in Val di Non, la patria delle mele Delicious, Renetta e Golden…e quanti ne vedrete di campi pieni di mele!

Campi di meli

Scendendo il percorso si deve andare sempre diritto, non bisogna svoltare mai. Un primo tratto del percorso è tra la vegetazione, ma poi a sorpresa inizia il tratto nella roccia.

Il sentiero nella roccia

In qualche punto bisogna abbassare la testa per non rischiare qualche capocciata eheh.

Il sentiero nella roccia

Il sentiero, a strapiombo nella vallata, è lungo 2,7 km, ma scorre tranquillamente essendo pianeggiante ma soprattutto divertente.

La valle lungo il sentiero

La parte tosta arriva alla fine, quando c’è da fare la salita e poi una ripida scalinata di 131 gradini per raggiungere l’eremo.

Il Santuario di San Romedio

Tanto divertente il percorso quanto inquietante il mio incontro con un bel serpentello, che aveva deciso di attraversare la strada davanti ai miei piedi e farmi prendere un colpo. Del resto siamo in montagna, siamo noi i disturbatori di questi piccoli esseri viventi.

Tornando al Santuario (e mi raccomando verificate gli orari di apertura), l’edificio è composto da diverse chiese e cappelle edificate sulla roccia. La cappella più antica del complesso architettonica risale all’XI secolo e, nei secoli, sono state edificate altre tre piccole chiese, due cappelle e sette edicole della Passione. Il luogo è dedicato a San Romedio, la cui tomba fu scavata nella roccia dai suoi fedeli.

Santuario di San Romedio

Una piccola curiosità: al Santuario, nella parte sottostante, vive un orso abruzzese di nome Bruno. Noi ci siamo impegnati per vederlo ma ahimè, era troppo preso da un bel pisolino. Ma perché un orso vive qui? Beh la leggenda narra che l’eremita Romedio, ebbe un incontro con un orso mentre cavalcava per andare ad incontrare il vescovo. L’orso sbranò il suo cavallo, ma egli riuscì a domarlo e in groppa all’animale raggiunse la città di Trento per il suo incontro. Tutta la storia quindi che gira intorno al Santo, dal percorso per raggiungere il Santuario alla leggenda dell’orso, ha un non so che di affascinante.

Non vi perdete la splendida veduta all’ultimo piano del complesso. Un’ultima notizia: all’interno del Santuario si trovano un negozietto, un bar per rifocillarsi e i servizi igienici. Ed ora si rientra al parcheggio seguendo la stessa strada fatta in precedenza, ci aspetta una lunga oretta per rientrare.

Maldive? No, semplicemente i laghetti di Lamar

Come avrete capito alterno sempre la giornata tosta a quella più rilassante. Ovviamente i miei itinerari li incastro anche col meteo, che devo dire la verità ci ha regalato due settimane spettacolari. Qualche breve ma intenso temporale di solito si è scatenato o il pomeriggio, quando ormai la giornata era conclusa, o ancor meglio durante la notte, regalandoci mattinate fresche e piacevoli.

Oggi ci siamo proprio rilassati, ma davvero tanto, tanto! La nostra mattinata prevede di stare “stravaccati” al sole ai laghetti di Lamar. Prima qualche breve consiglio, i tanto odiati parcheggi. Dunque siate furbi! La sosta vicino al lago costa “solo” 10 euro per l’intera giornata o 5 euro se parcheggiate dopo le 13:00. Io invece vi consiglio di parcheggiare nella prima zona di sosta che trovate lungo la strada, dove si paga 2 euro per l’intera giornata. I motivi sono 2: primo vi evitate di spendere troppo, secondo il percorso costeggia il lago Santo, che merita di essere visto, e poi giunge al lago di Lamar, un vero paradiso sulla terra.

Lago Santo

In 20 minuti di cammino si arriva a destinazione, è una piacevole passeggiata. Poi al ritorno costringerete il marito ad andare a prendere la macchina, tranquille donne eheh! Vi consiglio di arrivare la mattina presto, per godere della bellezza del posto nel silenzio, lontano dai tuffi dei ragazzini che arriveranno puntuali come un orologio svizzero verso le 12:00. I colori del lago brillano di varie sfumature, dal bianco, al turchese, al verde smeraldo. I pesciolini ti girano intorno per nulla spaventati. L’acqua è fredda ma piacevole, ed è così bella che merita una nuotata rigenerante. E’ un posto splendido!

Il lago di Lamar al mattino

A mio avviso è il lago più bello che ho visto in queste due settimane in Trentino, ideale anche per gli appassionati di snorkelling o di canoa.

Guarda quanti pesciolini
I colori meravigliosi del lago di Lamar

Vicino al lago c’è un unico bar, molto comodo per prendere un gelato o usufruire dei servizi igienici. Insomma questa è una piccola oasi felice nell’immensità della natura!

Le Maldive…ah no il lago di Lamar

Finalmente il Muse, tappa imperdibile in Trentino!

L’anno scorso abbiamo fatto una toccata e fuga a Trento l’ultimo giorno delle nostre vacanze tornando dall’Alto Adige. Qui trovate l’articolo in cui ne parlo. Decidemmo di visitare il Castello del Buonconsiglio a discapito del Muse, il museo di scienze naturali strafigo della città.

Castello del Buonconsiglio, Trento

Beh ero tornata a casa con l’amaro in bocca, avrei proprio voluto visitarlo. Quest’anno ho recuperato alla grande, prenotando la visita guidata qualche giorno prima da qui. La visita dura 2 ore che poi sono diventate quasi 3, accompagnati da una guida molto entusiasta del proprio lavoro e felice di condividere con noi tutto quello che c’era da sapere. Per arrivare al Muse abbiamo fatto un giretto a Trento. La storica Piazza del Duomo, l’anno scorso era interessata da lavori di rifacimento, ma oggi è più bella che mai.

Piazza del Duomo

Dalla Piazza in circa 15 minuti a piedi si arriva al Muse. L’edificio che ospita il Muse è una delle meraviglie progettate da Renzo Piano, una vera tappa imperdibile in Trentino.

Il Muse

E’ costituito da più piani nei quali si alternano vari temi. Si parla del surriscaldamento del pianeta, dell’universo, dei fossili, degli animali donati al museo o acquistati da esso (parliamo di animali morti e non uccisi ovviamente). Molto bella per i bambini la sezione in cui possono fare esperienze sensoriali e mettere alla prova la propria mente. Il museo si sviluppa in altezza con un percorso che inizia dall’ultimo piano e man mano scende verso il basso.

L’interno del Muse articolato su più piani

Ai bambini piacerà tantissimo, consiglio sicuramente la visita. Noi siamo stati contenti di aver usufruito della guida, davvero in gamba e coinvolgente! E mentre eravamo nel museo, è venuto giù il diluvio universale, ma poi è uscito il sole. In montagna è così, il tempo fa improvvisi scherzi per poi risorriderci. Ne abbiamo approfittato per riprendere il nostro giretto a Trento e fermarci a fare un aperitivo al “Teatro sociale”, posto carino dove con circa 5 euro a persona abbiamo consumato un aperitivo molto ricco…unica nota stonata? I piccioni!

Aperitivo al “Teatro sociale”

E così terminiamo un’altra splendida giornata in Trentino, un posto che ogni giorno ci regala emozioni che scaldano il cuore.

Può la natura creare delle piramidi? A Segonzano sì!

Oggi abbiamo unito tutte le nostre energie in un percorso faticoso ma che dà tante soddisfazioni. Quando ti trovi davanti delle piramidi scolpite dalla natura, la stanchezza viene sostituita dall’entusiasmo. Ci troviamo a Segonzano, in Val di Cimbra. Il percorso parte da un ampio parcheggio con un bar e una biglietteria. Il costo per ammirare le piramidi è di 3 euro a persona.

Ci sono tre gruppi di piramidi, quello che dà più soddisfazione è il secondo gruppo. Noi ci siamo recati a vedere prima il primo gruppo e il secondo gruppo da questo lato del sentiero.

Secondo gruppo di piramidi

Poi siamo tornati indietro per andare a vedere il secondo gruppo da quell’altra angolazione. Il secondo gruppo si vede da una bella terrazza e te le trovi proprio davanti, ad un palmo dal naso.

Secondo gruppo di piramidi dalla terrazza

Infine una strada in salita porta ad un terzo gruppo, visibile dall’alto tra la vegetazione.

Il terzo gruppo di piramidi

Le piramidi in realtà sono rocce scolpite dall’acqua nel tempo che, purtroppo, saranno destinate pian piano a scomparire.

Per i bambini i percorsi sono abbastanza stancanti, devono essere abituati a fare escursioni. Mi raccomando scarpe da trekking, ho incontrato una signora con i sandali…no comment! Lungo il sentiero ci sono panchine dove riposarsi e non demordete…fate tutti i percorsi perché meritano! Facendo su e giù si fa ora di pranzo, potete fermarvi al bar/ristorante vicino al parcheggio prima di andare a visitare un altro posto molto bello che per fortuna è facilmente accessibile a tutti: la Cascata del Lupo!

Cascata del Lupo

Per arrivare alla Cascata del Lupo, usciti dal parcheggio (noi siamo andati in auto) svoltare subito a sinistra. Si arriva all’acquedotto e da lì bisogna proseguire a piedi. Dieci minuti di cammino e la cascata compare prorompente, in tutta la sua bellezza, davanti ai nostri occhi. E’ davvero maestosa, una vera meraviglia!

La Cascata del Lupo

Il lago delle Piazze, pace e serenità

La nostra giornata non poteva che terminare in un posto rilassante e tranquillo. Il Lago delle Piazze è molto carino, pieno di pesciolini e anatre che ti corteggiano per mangiare qualche mollichina di pane.

Le anatre curiose

C’è una bella spiaggia con un bar e dei bei giochi per i bambini.

Giochi al lago delle Piazze

E per gli amanti dello sport ci sono attrezzi ginnici per allenarsi. E’ un lago che abbiamo trovato poco frequentato, ma in generale abbiamo trovato solo al Lago di Levico tanta gente, complice il fatto che era anche sabato. Il parcheggio è ampio e gratuito…è un bel posto dove aspettare che si faccia sera.

Lago delle Piazze
E anche qui pesciolini

E alla fine siamo rientrati a Levico Terme, dove abbiamo passeggiato per il corso…incredibile ancora non avevamo visto la città! C’è un forno che fa dei krapfen buonissimi proprio su Via Dante Alighieri, si chiama “Non solo pane”, provare per credere! Seguendo il corso si arriva fino al bellissimo Parco Asburgico, sede di numerosi eventi soprattutto in estate.

Parco Asburgico di Levico terme

Vi segnalo anche la presenza di un trenino per i bambini che fa il giro della città fino al lago. La città è una perla nella Valsugana. Le persone vengono qui per rilassarsi alle terme e godere della tranquillità del posto. E’ attraversata dal fiume Brenta che sfocia nel lago. E’ un ottimo posto dove passare le proprie vacanze in Valsugana, cittadina molto carina e piena di servizi.

Il fiume di Levico Terme

Alla ricerca dei minerali perduti nella Valle dei Mòcheni

Oggi è la giornata dedicata a Giada, nella fiabesca Valle dei Mòcheni, abitata da una comunità di tedeschi che si sono stabiliti qui attirati dall’apertura di miniere che garantivano loro lavoro. Nella Valle quindi sopravvive la cultura, le tradizioni e la lingua di queste particolari popolazioni, orgogliose di conservare la propria identità, un posto che sembra molto lontano dal resto delle zone del Trentino. Noi siamo arrivati qui per percorrere il sentiero della Valle Incantata, ma con la mia solita fortuna ci siamo imbattuti nell’apertura straordinaria (sul web dava chiusura) del Museo di Pietra Viva, già mi stavo rammaricando di non poterlo visitare, dato che per i bambini è una bellissima esperienza.

Museo di Pietra Viva

Subito veniamo accolti dai gemelli Pallaoro, due personaggi molto particolari e che conoscono tantissime cose sui minerali. Uno dei due, orgogliosamente, ripete più volte di aver partecipato ben 21 volte alla trasmissione Geo&Geo. Hanno “inventato” e regalato alla cittadina di Sant’Orsola un museo che è una vera gioia per tanti bambini, in quanto organizza dei laboratori davvero carini. Tutto si basa sull’importanza dell’acqua.

Museo di Pietra Viva

In un piccolo ruscelletto artificiale, i bambini vanno alla ricerca dei minerali colorati che poi porteranno a casa, il loro bottino.

Alla ricerca dei minerali perduti
Giada alla ricerca delle pietruzze colorate

Sono gli stessi gestori del posto che acquistano minerali e li sversano nel “ruscello” per la felicità dei piccoli. In seguito si procede con la visita al Museo, un’interessante esposizione di minerali tra cui spicca la ricostruzione del più grande geode rinvenuto sulle Alpi dai due fratelli.

Ricostruzione di grotta con minerali

Ed alla fine del percorso si cercano denti di squalo e con quelli e i minerali si creano dei gioielli da portare a casa. E’ una realtà molto piccola, nessun grande museo…eppure i bambini adorano questo posto, tanto da accorrere qui con autobus organizzati. Visitatelo e non ve ne pentirete! E se siete in zona, andate anche alla miniera di Palù, ma chiamate e prenotate. Noi ci abbiamo provato ma niente da fare.

Il sentiero della Valle Incantata, tra piccoli gnomi nascosti nella natura

Dopo aver passato qualche ora nella bellissima realtà del Museo di Pietra Viva, in un’oretta si può percorrere il sentiero della Valle incantata, costellato di gnometti di legno qua e là.

Sentiero della valle incantata
Il sentiero nella valle incantata
Gnomi
Gli gnomi lungo il percorso

Il percorso è semplice ed adatto a tutti e conduce ad un bel labirinto, molto apprezzato dai bambini, e al fiume, dove rinfrescarsi e rilassarsi.

Labirinto
Il labirinto

Giada l’abbiamo persa. Ha fatto amicizia con un gruppo di un’associazione che si occupa di campi scuola estivi e per ore ci siamo dimenticati di lei. Vederla fare amicizia con una tale facilità mi dà tanta gioia, in quanto ricordo quanto invece ero timida e introversa io. Decidiamo di passare qui qualche ora, nel pomeriggio abbiamo una bellissima ed intensa escursione, quindi il relax è d’obbligo!

Alla scoperta dell’ Orrido di Ponte Alto, a due passi da Trento

Quasi per caso, ho letto di questo posto in un forum di viaggi. Si trova a 10 minuti da Trento ed è molto suggestivo. E’ obbligatorio prenotarsi qui qualche giorno prima, perché la visita di circa 45 minuti si svolge solo con accompagnatore in gruppi di massimo 16 visitatori. Per parcheggiare c’è una grande area di sosta nella strada di fronte all’ingresso, su una salita. Noi abbiamo parcheggiato nei posti riservati al ristorante “La Gnoccata”, essendo il pomeriggio chiuso e dovendoci fermare qui per cena. Prima di tutto cos’è un orrido? Io sono sincera non lo sapevo.

La prima cascata dell’Orrido del Ponte Alto

E’ una profonda gola rocciosa, una cavità naturale nei quali scorre un fiume, in questo caso il Fersina. Qui nel 1500, per cercare una soluzione alle continue alluvioni in città, sono state costruite alcune delle opere idrauliche più antiche del mondo che hanno dato vita a due cascate alte più di 40 metri. A seconda della stagione in cui si visita l’Orrido, il fiume ha una portata minore o maggiore.

La seconda cascata dell’Orrido del Ponte Alto

Tramite un sistema di gradini si scende nelle gole, in un paesaggio mozzafiato. La visita è adatta a tutti. L’ultimo tratto l’ho affrontato anche io che sono claustrofobica, quindi tranquilli è fattibile…ed è il più suggestivo. Tramite una scala a chiocciola si scende fin giù il canyon e meraviglia delle meraviglie…ci si ritrova dietro la cascata, coi raggi solari che la attraversano! Mai avevamo assistito ad uno spettacolo simile!

Dietro la seconda cascata
Dietro la seconda cascata

Al rientro decidiamo di cenare alla “Gnoccata”, scelta azzeccata per l’ottima cucina emiliana ed il personale molto accogliente. Primi piatti fatti in casa e dolci ottimi, ma anche gli antipasti dovevano essere eccezionali. Inoltre ha uno bello spazio all’aperto, molto piacevole in estate.

E così la nostra settimana volge al termine, l’indomani partiremo alla volta della seconda parte del nostro viaggio in Trentino, la Val di Non.

Consigli utili per una vacanza in Trentino

  • Fondamentale è andare in montagna con una adeguata attrezzatura. Decathlon ha un buon rapporto qualità/prezzo. Sicuramente vi serviranno pantaloni che si asciugano rapidamente (noi usiamo i modulabili che diventano pantaloncini), scarpe da trekking meglio se waterproof, cappellini per il sole in cotone per non sudare, scarpette da scoglio, zaini da trekking, protezione solare, k-way.
  • Verificare sempre gli orari di apertura online e le eventuali visite guidate o non da prenotare.
  • Ci sono parcheggi gratuiti che vi evitano di svenarvi, basta cercarli e farsi 15 minuti a piedi per raggiungere le tappe. Vi consiglio l’app waze per cercarli.
  • Organizzate le giornate in base al meteo. Se piove, di solito, succede di pomeriggio. Sarà una buona occasione per visitare musei e castelli.
  • Un’ottima guida per le escursioni è “Il Trentino Alto Adige dei bambini. La Guida”. Noi l’abbiamo utilizzata anche l’anno scorso e la consiglio anche agli adulti, è ricca di utili percorsi divisi per zone.
  • Richiedete alla struttura dove alloggiate o anche al proprietario di casa, la Trentino Guest card. Vi consente ingressi gratuiti in molti musei, mezzi pubblici gratuiti e grossi sconti su impianti ed altre attività.
  • Informatevi prima sui sentieri che avete intenzione di percorrere. Sono tutti ben segnalati in Trentino, ma evitate di andare oltre le vostre forze se non siete abituati.

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